Si è concluso ieri, venerdì 24 ottobre, la Cumbre Nacional de Mujeres y Paz, che si è tenuta nella capitale colombiana Bogotà:
400 le partecipanti di diverse organizzazioni colombiane ed internazionali per tre giorni hanno dibattuto in 12 tavoli di lavoro ed elaborato una proposta contundente verso un obiettivo ben preciso: la partecipazione diretta come colombiane nel dialogo di pace fra Armadas Revolucionarias de Colombia-Ejército del Pueblo (FARC-EP) ed il governo di Santos.
Convocata sotto l’egida dell’ONU, partecipata da rappresentanti di organizzazioni e di movimenti sociali, la Cumbre ha elaborato nella tre giorni differenti proposte che hanno raccolto i diversi aspetti della vita delle donne nel mezzo del conflitto armato colombiano: sparizioni, violenze, fame. “Le donne sono le principali vittime di questo conflitto: subiscono violenze sessuali, sotterrano i loro figli, vengono sfollate…devono essere parte del percorso di pace”. Per il quale sono sul tavolo sei punti – sviluppo agrario, fine del conflitto e smobilitazione degli eserciti, narcotraffico, riconoscimento dei danni alle vittime. Il sesto punto, il referendum sul percorso di pace, è stato recentemente aggiunto.
La creazione di una commissione di verità per una giustizia vera e con riparazione è la prima e più forte proposta.
Anche Piedad Cordoba, la referente del movimento politico Poder Ciudadano, ha commentato come la partecipazione delle donne in questo processo di pace sia quanto mai urgente. La spagnola Manuela Mesa, direttrice del Centro de Educación e Investigación para la Paz (CEIPAZ), ha sottolineato come ormai sia il momento di andare più in là del conctto di donna – vittima. “La risoluzione 1325 approvata nel 2000 dal consiglio di sicurezza dell’Onu ha voluto riconoscere la necessità di proteggere le donne dalla violenza e riconosce la donna come attore di pace, per la prima volta nella storia. Anche nella stessa Onu c’è bisogno di una maggiore partecipazione femminile. In ogni caso, la Colombia non ha recepito questa risoluzione”. Dalla Cumbre la visione al femminile è molto chiara anche su tematiche come educazione, salute, riabilitazione delle vittime. Sia in Sud Africa che in Irlanda del Nord, le donne sono obbligatoriamente rappresentate per un terzo in ogni partito e in ogni gruppo di lavoro: si è creata così una forte tradizione di attivismo per la pace al femminile. La speranza è che anche nella Colombia di questi mesi, dove il cambiamento politico è tangibile, sia possibile il protagonismo delle donne per una pace reale e duratura.
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dalla Colombia, Francesca Caprini