L’Italia sta entrando nella fase più nera della crisi, guidata da un sacerdote del capitalismo neoliberista. L’Italia, come l’Europa, si appresta a rispondere alla crisi scegliendo di approfondire le ricette che quella crisi hanno prodotto, nuovi tagli al welfare state, nuova precarietà e nuove privatizzazioni.
L’assemblea Nazionale dei Movimenti dell’acqua assume fortemente la campagna per l’Ice sull’acqua come diritto umano e bene comune.
Chiediamo a tutte le reti, i comitati, le organizzazioni che sono parte del movimento ad impegnarsi per questo ed attivarsi, con tutti gli strumenti che hanno a disposizione, per il raggiungimento dell’obiettivo previsto e nei tempi previsti.
Infatti sono evidenti le finalità politiche e sociali che accompagnano questo percorso, che ci chiamano ad una responsabilità collettiva storica.
Un appello che vorremmo che arrivasse,
APPELLO PER LA COSTRUZIONE DI UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
PER LA GESTIONE PUBBLICA E PARTECIPATA DELL’ACQUA E DEI BENI COMUNI
15 DICEMBRE – REGGIO EMILIA
15 Dicembre 2012 una giornata di mobilitazione a Piancastagnaio per fermare i lavori prima che i danni siano irrecuperabili Sul monte Amiata nel nome della speculazione e del profitto si sta procedendo, ad opera dell’Enel e con l’avallo derivato da precise scelte della Regione Toscana, degli amministratori locali e dei partiti politici che li sostengono, ad uno scempio ambientale gravissimo giustificato dalla falsa convinzione che la geotermia sia una fonte energetica rinnovabile e pulita.
Nel caso delle centrali amiatine è esattamente
Si è conclusa ieri a Roma l’Assemblea Nazionale del Movimento Italiano per l’Acqua, che per due giorni si è interrogata su vari punti, fra tutti l’applicazione del referendum Acqua Bene Comune. Democrazia, finanza, lavoro, Rete Europea per l’Acqua.
Dieci anni fa li avevano chiamati No Global, parlavano di Tobin Tax – inascoltati, oggi è uno dei punti principali nelle agende europee – e denunciavano l’inequità sociale che il sistema economico neoliberista stava creando in Europa e nel mondo.
In un momento storico di attacco alle risorse della Madre Terra, le donne a vari livelli ritornano al centro della politica come nuove parole ed antiche pratiche in difesa della vita. L’acqua, oggetto di privatizzazioni e violenze, diventa un paradigma della vita svenduta agli interessi di pochi. La difesa di questo elemento diventa a sua volta la proposizione di una visione alternativa della produzione, della partecipazione, della gestione dei beni comuni. Che richiama anche antiche ritualità, quando il femminile si fonde
La lotta del “Comitato 5 Salidas” di Tiquipaya-Cochabamba
Boris Rios Brito, Yaku Bolivia
[16/10/2012 18.22.08]
Questa è la cronaca di un conflitto annunciato. Nell’anno 2007 la ricercatrice Rociò Bustamante (1) all’interno dei lavori del seminario “modelli di gestione dell’acqua nelle città e comunità andine”, del 5 e 8 novembre, organizzato a La Paz, dall’Istituto Francese di Studi Andini (Ifea), criticò a suo tempo la visione del Governo boliviano e di numerose organizzazioni e settori sociali rispetto al diritto all’acqua inteso come
Seconda assemblea nazionale della Campagna promossa da una cinquantina di realtà organizzate della società civile italiana
No Coke. Al via a Civitavecchia la seconda assemblea nazionale della Campagna «Stop Enel», promossa da decine di comitati della società civile italiana. Da Porto Tolle a La Spezia da Rossano Calabro a Brindisi: nella cittadina dell’Alto Lazio la protesta dei comitati locali contro le centrali a carbone. Diffusi dati drammatici sulle malattie causate dagli impianti Civitavecchia è sinonimo di Enel e di carbone.
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