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Giornalisti minacciati e il reportage delle zone di guerra

CORSO DI FORMAZIONE GIORNALISTICA IN COLLABORAZIONE CON L’ORDINE DEI GIORNALISTI DEL TRENTINO ALTO ADIGE Come scrivere un efficace reportage di guerra; difficoltà e nuove sfide per inviati e corrispondenti locali: il corso “Giornalisti minacciati e il reportage delle zone di guerra” si avvale dell’esperienza incontro con giornalisti italiani e stranieri, reporter di guerra, il ruolo del fixer in zone di conflitto: e racconterà del primo percorso di accoglienza per giornalisti minacciati in Italia e la panoramica della situazione di molti giornaliste/i

Giornalisti minacciati e il reportage delle zone di guerra – Corso di aggiornamento per giornalisti

[❗ Riservato agli iscritti all’albo ❗] ▶ Iscrizioni su piattaforma SIGEF https://sigef-odg.lansystems.it/Sigefodg/ ❌ MAX 30 POSTI ❌ L’incontro si inserisce nel seminario “Il Trentino per i Diritti Umani” (scarica il programma QUI) promosso dal Nodo Trentino In Difesa Di – Yaku, Amnesty International, Un Ponte per, Forum Trentino per la pace ed i Diritti Umani, Centro Cooperazione Internazionale, Peace Brigates Internacional, Atas, Scholar At Risk – Università di Trento, dipartimento di Sociologia e dedicato agli attiviste/i minacciate/i nel mondo.La dimensione giornalistica

Scuola di Attivazione Politica

“Progettare un’economia trasformativa per una comunità sostenibile e solidale”PARTE QUARTA:Istituzioni normative e politiche pubbliche 📌Giovedì 5 novembre –  17.30-19.30LEZIONE 14  – Ruolo delle istituzioni internazionali, nazionali e locali. Quali politiche pubbliche per una nuova economia ed un nuovo concetto di Welfare 🔹  Andrea Fumagalli: ha conseguito il Ph.D. in Economia Politica dopo periodi ricerca presso l’EHESS di Parigi e la New School for Social Research di New York. Dipendente pubblico, è professore associato di Economia Politica presso il Dipartimento di Scienze Economiche e

Mutualismo alimentare

Prendiamoci cura della nostra comunità Stiamo vivendo un periodo storico, sociale ed economico senza eguali: la quotidianità di tutte e tutti è stata capovolta e anche le poche certezze rimaste, ora come ora, traballano. Siamo convinti, però, che il distanziamento fisico che l’emergenza sanitaria ha portato nelle nostre vite non si debba tradurre in un distanziamento sociale che ignori le altre persone intorno a noi, soprattutto perché crediamo che l’isolamento forzato non sia sinonimo di sicurezza per tutti e tutte. Anzi,
In difesa dell'acqua e dei beni comuni
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